venerdì 30 maggio 2008
18.30
Studiare fino allo stremo e sentirsi di soppiatto "no ma vedi che i moti del '48 li chiede" e incazzarsi come una faina ed andare oggi interrogata, con l'aria spavalda, "eh mi scusi non è che me la concede mezz'oretta?" e veder la sua aria di sfida in un "maccerto, prego, accomodati". E poi passa un'ora, io tentenno perchè non so che cazzo di paesi hanno gli austriaci in Italia illo tempore e lui che si gonfia come un rospo che ha un orgasmo; io che penso a "positive tension" dei bloc party e gli dico "che lei non li ascolta? ma noooo" e un "ma cu sunnu" di risposta soffocato da una ridacchiata, sapendo di stare assumendo una faccia mista tra imbarazzo e voglia di chiudere la "chiacchierata", che manco tu c'hai più voglia, compare (ooooooonesto! cit. luisa)! e contare i minuti che sgocciolano all'ultima versione di greco del trimestre, quella che stabilirà se mi rimandano a luglio o se posso passarmi un'estate senza incazzature e/o coniugazioni che non saprò mai fare e poi boh, non è che mi faccia sentire così tanto una fallita non sapere l'aoristo di, chessò, γĺγνομαι (che poi è l'unico che so insieme a qualcun altro). boh. la paura imperversa e mancano venti minuti. io fra dieci esco di casa e andrò. eggià. con le mie scarpette marroni. eggià. paura. paura. paura. paura.
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3 commenti:
w le fidanzate figlie di prof :D
Basta greco!!! Basta pera!!!
Che m'incacchio!
cacchio cacchio altro che Joyce :P
w le pietre che cadono lente nella bruma del mattino.
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